“Orlando”, capolavoro letterario di Virginia Woolf pubblicato per la prima volta nel 1928 (e in Italia solo cinque anni dopo), è uno dei romanzi più rappresentativi della scrittrice britannica, che resta attuale ancora oggi, sebbene risalente a circa un secolo fa, affrontando tematiche del tutto moderne e all’avanguardia.
Il romanzo si presenta come una biografia della poetessa Vita Sackville-West, con la quale l’autrice intrattenne una relazione, modificata però in alcuni aspetti che si rivelano molto significativi alla riuscita dell’opera. Il protagonista è Orlando, un giovane nobile dai tratti androgini che vive in un mondo tutto suo, fatto di natura e poesia. Durante la prima parte della sua vita soggiorna presso la corte della regina Elisabetta I, la quale nutre grande affetto nei suoi confronti. Alla sua morte, Orlando rimane a corte a servizio del figlio Giacomo I. Quando arriva in Inghilterra il “grande gelo” il protagonista incontra la figlia dell’ambasciatore di Russia, Sasha, di cui si innamora follemente; sarà proprio lei a rappresentare la sua prima delusione d’amore adolescenziale. Questo grande dolore lo porterà a rifugiarsi nella casa natia. Dopo aver dormito per una settimana, parte per Costantinopoli in veste di ambasciatore: qui cade nuovamente in un lungo sonno, al cui risveglio si ritroverà nei panni di una donna. Da questo momento in poi la vita di Orlando cambierà radicalmente, poiché dovrà fare i conti con la società prettamente maschilista del tempo e confrontarsi con aspetti della vita femminile a cui non aveva mai dato troppa importanza. La storia si estende su un arco di tempo prolungato, partendo dall’età elisabettiana fino ad arrivare al 1928, quando Orlando è ormai una scrittrice di successo. L’autrice dunque si diverte a inserire nella storia elementi di fantasia che rilasciano la loro scia quasi allegorica sulla vicenda narrata: facendo entrare quasi quattro secoli in vent’anni di vita di Orlando, la Woolf vuole mettere in evidenza la differenza tra il tempo storico e quello della coscienza. Ma il tema centrale della storia è senza dubbio quello dell’intercambiabilità dei sessi: in antitesi con il tempo storico in cui viveva, l’autrice sembra aver anticipato il concetto di fluidità di genere così presente nell’attualità, trasmettendo il messaggio che le uniche differenze tra uomo e donna sono quelle a livello fisico, mentre tutte le altre sono imposte dalla società stessa, che associa certi comportamenti o mestieri alla figura femminile e altri a quella maschile.
“Ciascuno era tanto sorpreso dall’istantaneità della simpatia dell’altro, era per ciascuno una tale rivelazione che una donna potesse essere tollerante e franca come un uomo, e un uomo bizzarro e sottile come una donna, che dovevano farne subito la prova.”
Fra tante, questa frase riesce ad esprimere al meglio come gli stereotipi di genere al tempo fossero ritenuti indissolubilmente legati alla persona, maschio o femmina che fosse, e come questi in realtà si rivelino del tutto non veri, dimostrando che una donna può essere “tollerante e franca come un uomo” e un uomo “bizzarro e sottile come una donna”.
Con questo libro la Woolf è riuscita a rappresentare la visione dell’epoca dal punto di vista maschile e femminile, evidenziandone i pregi e i difetti di entrambi, il tutto attraversando diverse dimensioni spaziali, temporali, ma anche in un certo senso spirituali, trascinando il lettore in un formidabile viaggio nella storia pur senza spostarsi di un solo passo.
Arianna Calvitto 3^C