In questo periodo tutti i campi dell’economia hanno dovuto rispettare le regole stabilite per ridurre la diffusione del COVID-19, ma cosa ne pensa chi si trova a doversi adattare alle regole in un’attività a gestione familiare? A questo proposito è stata intervistata Zamira Praka, che gestisce il “Mail bar” di Tor San Lorenzo.

In questo periodo sono cambiate molte cose: qual è il cambiamento che si sente di più? C’è qualcosa che non è cambiato o che è addirittura migliorato? «Il cambiamento peggiore è il divieto di tutto, perché non si può fare più niente di quello che si faceva prima e purtroppo devo rispondere “no”, non c’è niente che sia migliorato o che non sia cambiato»

Qual è la regola più difficile da seguire e perché? «Non far entrare la gente e non poter servire a dovere i clienti.»

I “clienti abituali” si vedono con la stessa frequenza di prima? «Vengono con la stessa frequenza perché c’è una comprensione nei nostri confronti, però non sono contenti come prima.»

Riguardo ai guadagni cosa e come è cambiato? «Il guadagno è anche meno dello metà di prima, perché le persone non entrano e, non entrando, non comprano; prendono praticamente soltanto il caffè all’ingresso; invece entrando dentro al bar una persona prende il caffè, poi vede una caramella poi vede la bibita poi vede un cioccolatino, e quindi: vedere = comprare, non vedere = non comprare.»

Sono arrivati aiuti dallo Stato? «No. Abbiamo fatto una richiesta che prevedeva di ricevere €600 per ogni attività con partita IVA, ma non è ancora arrivato niente.»

Vuoi aggiungere altro? «Speriamo che questa situazione finisca presto perché in questo modo non si riescono ad affrontare le spese. Noi però in questo siamo fortunati perché essendo un’attività a gestione familiare non abbiamo dipendenti e quindi riusciamo comunque ad andare avanti.»

Se potessi decidere come gestire la situazione, cosa cambieresti? «Farei entrare la gente con le dovute precauzioni, come succede nei luoghi in cui si può sostare. Metterei i tavoli distanziati e lavorerei con le stesse regole seguite da chi in questo momento può lavorare come le farmacie o i supermercati, quindi  con le dovute precauzioni ma dando un servizio vero e proprio. »

Sara Esposito 3^Es

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