Immagine tratta da Corriere.it

Torna altissima la tensione a Chicago, dove la polizia ha diffuso il video in cui un agente uccide il tredicenne Adam Toledo. Nel filmato si intravede il poliziotto inseguire il ragazzino in un vicolo, urlargli di fermarsi e di gettare l’arma che secondo l’agente avrebbe tenuto in mano. Non appena però il ragazzo si è fermato e ha alzato le mani, il poliziotto ha sparato uccidendolo sul colpo. Sono immagini atroci e strazianti secondo la sindaca di Chicago. La vicenda è avvenuta lo scorso 29 marzo nel quartiere Little village a Chicago. Dopo che il 13enne era scappato di casa, è stato fermato dalla polizia assieme a un 21enne in seguito arrestato. Dalle immagini della bodycam degli agenti non si vede che il ragazzo abbia un’arma in mano, ma dopo gli spari, avvenuti appena 19 secondi dopo che Toledo è uscito dall’auto, gli agenti puntano la luce su una pistola dietro una staccionata dopo che il ragazzo sembrava aver gettato qualcosa in quella direzione. La famiglia lancia un appello alla calma: “Nessuno ha nulla da guadagnare incitando alla violenza. Adam era un ragazzo dolce e amorevole. Non avrebbe voluto che nessun altro fosse ferito o morisse in suo nome”. Questo avvenimento lo si può “paragonare” alla morte di George Floyd, l’afroamericano rimasto ucciso durante un fermo della polizia a Minneapolis il 25 maggio, episodio che ha sconvolto il mondo intero e scatenato una vera e propria ondata di proteste e indignazione nel Paese. Il clima di rivolta era incandescente: i manifestanti hanno messo a ferro e fuoco la città, incendiando il commissariato di polizia, e Trump minacciò di sparare sulla folla. L’episodio che ha acceso la miccia, registrato da un video agghiacciante che mostra Floyd ammanettato e steso a terra con il ginocchio del poliziotto premuto sul collo per diversi minuti, ha fatto il giro del web. Le ultime parole pronunciate dall’uomo, “I can’t breathe” (“Non riesco a respirare”) sono diventate lo slogan della protesta per le strade di Minneapolis e sui social. David Chauvin, l’agente che ha provocato la morte di Floyd, è stato licenziato, arrestato ed è ora accusato di omicidio di secondo grado e rischia 40 anni di carcere. Licenziati e arrestati anche i suoi 3 colleghi che erano presenti, accusati di favoreggiamento. Il processo per la morte di George Floyd è iniziato lo scorso 29 marzo scorso stesso giorno in cui Adam Toledo è stato ucciso. Nel corso delle udienze è stato proiettato in aula il filmato di quei 9 minuti che hanno generato il ‘Black Lives Matter’, il movimento di protesta contro la violenza della polizia e il razzismo sistemico. La difesa ha invece cercato con alcuni esperti di contestare il risultato dell’autopsia dei medici legali, che hanno stabilito che la vittima fosse deceduta per asfissia, affermando che un ruolo determinante lo avrebbero avuto i problemi di droga del 46enne afroamericano. La scorsa settimana Chauvin si è appellato al quinto emendamento, che protegge gli imputati dalla possibilità di autoincriminarsi, per non testimoniare. La giuria ora dovrà riunirsi in camera di consiglio e restare isolata fino a quando non avrà raggiunto il verdetto. Nel 2021 è vergognoso che avvengano ancora episodi del genere,perchè tutti dovrebbero aver capito che non devono esistere differenze tra persone con carnagione diversa, diversa nazionalità, religione, e che bisogna dire tutti: NO AL RAZZISMO.

Assia De Martino 4^Es

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