Dalla conoscenza del tema, proposta da esperti e protagonisti, attraverso anche momenti di commozione, si cerca di arrivare alla consapevolezza della realtà molteplice che ci circonda e con cui entrare in contatto. Con tale prospettiva il 1 Febbraio 2023, presso l’aula magna della sede centrale del Chris Cappell College, si è svolta la conferenza intitolata “Ci sono…ti sto parlando”.

Finalmente un evento solo ed unicamente a prova di Liceo delle Scienze Umane, al quale gli studenti del liceo anziate hanno avuto modo di prendere parte. Un vero e proprio viaggio alla scoperta di diverse persone con le loro disabilità le quali, sin da subito, hanno messo i giovani partecipanti di fronte ad un assunto fondamentale: “Come la malattia si cura, la disabilità si educa” (R. Rito). Educare una persona con disabilità vuol dire “farla concentrare su ciò che il suo handicap non impedisce di fare e di non rammaricarsi per ciò che non può fare.” (S. Hawking).

Questo è stato quindi l’insegnamento che la conferenza sulla comunicazione ha trasmesso. Le prime ospiti sono state l’assistente educativa alla comunicazione F. Pagano e Mariagrazia Carpani, ex collaboratrice scolastica non-udente, le quali hanno parlato della LIS (Lingua Italiana dei segni). In primis l’assistente ha “tradotto” ciò che con i segni ci comunicava Mariagrazia, dopodiché, quest’ultima ha sdoganato, con simpatia e ilarità, la convinzione secondo cui chi è sordo è automaticamente muto. Ciò non è assolutamente vero: Mariagrazia parla e pure tanto.

Dopo, è stato il turno della Dott.ssa D. Faiola, psicologa con disabilità visiva, e del Dott. F. Bertini, entrambi dell’Istituto Sant’Alessio. Loro due, in particolare, si sono occupati di inclusione nei confronti di ciechi o ipovedenti. Hanno parlato di come queste persone si sentano e hanno suggerito dei consigli sul modo di comportarsi in loro presenza. Continuando, Giorgio Pandozi, alunno della 2 M, e il suo professore E. Orsini, hanno fatto visionare due video riguardanti il lavoro che tutti i giorni svolge Giorgio e, infine, quest’ultimo ha suonato per l’aula gremita di alunni il “Preludio di Bach in DO Maggiore”, ricevendo un lungo e meritatissimo applauso.

A prendere la parola, poi è stata la prof.ssa A. Lucinio dell’Istituto Romagnoli, che ha raccontato delle sue esperienze, da quando ha fatto conoscenza di un ragazzo cieco che frequentava la sua scuola a quando ha avuto il suo primo alunno con disabilità visiva. È, poi, intervenuto, tramite collegamento in videochiamata, il sound designer M. Mencacci, che è riuscito a dedicare una ventina di minuti a noi ragazzi per raccontare la sua storia, a partire da quell’incidente che non gli ha permesso più di vedere.

Infine, sono salite sul palco Arianna Belluzzo, S. Casilli e Dalila Al Dilaimi Maccioni, ex alunne del Chris Cappell College e migliori amiche, che hanno parlato della Comunicazione Aumentativa Alternativa. Innanzitutto si è parlato della loro amicizia, per poi mostrare una presentazione realizzata da Arianna e letta da Sara e Dalila, in cui sono stati elencati i diversi strumenti che Arianna, ha utilizzato fin da piccola, in quanto non le è possibile utilizzare la voce: dal diario con le immagini al Go Talk, dallo Etran al puntatore oculare. Inoltre, ha specificato come, pure lei, sia in grado di comunicare con gli altri, anche se non con la voce, ed è presente nonostante alcuni la ignorino come se non esistesse. Nonostante sia sulla sedia a rotelle, ciò non le ha impedito di praticare danza e di lanciarsi da sette metri di altezza.

Dopo le domande, è stata data la possibilità, a chiunque volesse, di parlare con Arianna tramite l’Etran e di provare il puntatore oculare per comprendere quanto sia difficile per noi utilizzarlo.

La conferenza ha riscosso un enorme successo e gli applausi sono stati innumerevoli e duraturi. Tutte le testimonianze rilasciate da queste persone, la loro storia, le loro difficoltà e i loro punti di forza si sono trasformate in una fruttuosa e indimenticabile esperienza formativa per studenti di un indirizzo che riconosce nel prossimo caratteristiche fisiche e psichiche uniche, e quindi esigenze e inclinazioni differenti che rivendicano la legittimità di essere “diversi”. Non stupisce, che tra il pubblico, ogni tanto ci fosse qualcuno che velocemente si asciugava le lacrime. È stato fondamentale conoscere i metodi alternativi
con cui comunicare e il modo in cui bisogna comportarsi con le persone che hanno una disabilità. Come ha asserito il Dott. Bertini, è normale provare un senso di disagio nel momento in cui ci si rapporta con tali persone, ma l’importante è chiedere a chi è di fronte a noi come si sente e cosa possiamo fare per aiutarlo, senza assumere atteggiamenti che mostrino pietà e/o compassione.

Melissa Fabozzi e Giulia Macchini (IV BS)

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